In Aquis Fundata

In una Venezia ormai trasformata quasi in parco a tema, gli ultimi eredi della grande tradizione anfibia de La Serenissima, continuano a trovare il senso della città nel suo elemento fondatore, l’acqua.

Produzione
Clipper Media

In collaborazione con
Rai Cinema

Scritto e Diretto da
Andrea De Fusco

Produttore
Sandro Bartolozzi

Produttore Esecutivo
Barbara Meleleo

Fotografia
Sandro Bartolozzi

Montaggio
Alessandro Marinelli

Riprese
Sandro Bartolozzi, Andrea De Fusco, Antonello Sarao

Riprese Subaquee
Aldo Chessari

Assistente Riprese Subaquee
Diego Falconieri

Colorist
Pietro Daviddi

Grafiche
Tommaso Cazzaro

Musiche
Yakamoto Kotzuga

Edizioni Musicali
Sugar Music

Edizione Sonora
Suoni srl

Mixage
Riccardo Cimino

Press & Festival
Simona Chiarello Ciardo

© Clipper Media

Pressbook

Pressbook ITA

Un maestro d’ascia, una campionessa del remo, un operaio subacqueo, un mercante ittico e un pescatore: cinque veneziani continuano a trovare nell’acqua il senso di questa città unica.

Franco Crea, uno degli ultimi costruttori di gondole, ricorda i tempi in cui era pescatore e gondoliere ed in laguna c’era spazio per tutti; Gloria Rogliani cerca di mantenere viva la tradizione legata al remo; il team di IDRA ristruttura e tiene in piedi la città lavorando le sue fondamenta sott’acqua, mentre i pescatori di Pellestrina e di Burano preservano una conoscenza simbiotica della laguna.

Sono i detentori di una gloriosa tradizione millenaria che ha generato Venezia. Resistendo al declino, allo spopolamento e alle modifiche morfologiche del loro territorio mantengono vivo un rapporto privilegiato con l’acqua, l’elemento che ha permesso alla città di imporsi come una potenza mondiale per secoli.

Fuori dall’immagine stereotipata da cartolina, protagonisti marginali e quasi invisibili sono gli ultimi veri veneziani.

 

 

Note di Regia

Sono cresciuto a Venezia dove si vive nell’oscillante sensazione di trovarsi un giorno in una grande capitale del mondo e quello dopo in un remoto paesino di provincia. Ho trascorso la mia adolescenza tra barchini, isole abbandonate e notti deserte nché, una volta trasferito a Parigi, ho notato che la realtà della vita a Venezia, oltre la facciata, la vetrina, era totalmente sconosciuta. Ad ogni mio ritorno in laguna osservavo un rapido e drastico peggioramento del contesto urbano: il declino di una città unica che si svendeva, perdeva il suo senso e affondava letteralmente e metaforicamente.

Così ho deciso di raccontare l’altra Venezia, quella fatta di gente dai mestieri essenziali per il mantenimento della città e della sua memoria, quella degli abitanti che vivono sull’acqua e dell’acqua; una città generata da un popolo an bio che sorgeva dall’acqua e da questa traeva le sue ricchezze.

Dalla costruzione alla nautica, no ai segreti di pesca legati alle correnti e alle maree si apre un universo di conoscenze che si sta estinguendo come l’anima del luogo che le ha generate. I personaggi del documentario, gli ultimi dei veneziani, compaiono in scenari lagunari inconsueti e poco riconoscibili, in zone della città lontane dalle invasioni delle orde turistiche. La Venezia che si è scelto di rappresentare non è quella da cartolina, ma quella del declino, della corrosione, dell’affondamento e delle notti deserte. È proprio in questa Venezia che si cela ancora l’anima perduta della città.